Nepal



 

Se Dio vorrà tra 20 giorni torno in Nepal. Questo paese e la sua gente mi hanno colpito molto nei miei precedenti viaggi in Himalaya

Solitamente non amo tornare in paesi già visitati ma i paesaggi del Nepal ed il sorriso sereno e coinvolgente della sua gente mi porta di nuovo in questi luoghi. 

Prego per le vittime dell'inondazione di questi gg. Ho sentito i miei amici nepalesi di Katmandu e mi dicono che stanno bene. Vi sono state delle vittime e dei danni alle infrastrutture. Probabilmente il mio volo per Lukla partirà da Katmandu anzichè da Ramechhap perchè l'autostrada per questa città attualmente è chiusa a causa di danni da alluvione.


Vi terrò aggiornati.

Partenza da Milano il 22 ottobre


Qui sotto alcune righe del mio libro di prossima uscita....ve ne parlerò ancora




.............arriva l’incontro con l’Himalaya ed è amore a prima vista. Ogni viaggiatore parte per avventure in cui, consapevolmente o meno, si confronta con la ricerca di qualcosa. E io non faccio eccezione. La partenza del primo trekking in Nepal è ovviamente contornata da tutte le preoccupazioni e raccomandazioni dei familiari ma con la partenza del volo la terra sparisce appena entro in una nube e le turbolenze mi riportano al presente. Ogni partenza risveglia sentimenti contrastanti: la libertà momentanea della fuga e dell’avventura e la nostalgia del calore familiare che hai appena abbandonato. Visito più volte il Nepal negli anni e precisamente le regioni dell’Annapurna fino ad arrivare al Campo Base a 4300 metri, la meravigliosa valle di Langtang, l’alto Mustang ed infine la classica regione dell’Everest fino al Campo Base a 5300 m ela classica salita al Kala Patthar (5644 m). La gente del luogo e le montagne mi rapiscono completamente fin dal primo viaggio. La spiritualità di queste zone e delle sue genti è qualcosa di palpabile in Nepal. Sacralità e modernità si mischiano con naturalezza per noi occidentali sorprendente visto che siamo abituati ad una separazione ben definita di spazi e funzioni. Qui invece è assolutamente normale trovare un altarino di lumini votivi che funge da rotonda oppure un piccolo mercato in mezzo ad un luogo sacro. Per non parlare poi dei grovigli dei fili elettrici sopra la tua testa camminando in centro città a Katmandu. Quest’ultima è una città incredibile dove si vedono scooter, automobili, cellulari, tablet, macchine fotografiche digitali e poi…  carri trainati da buoi, uomini che con le bici vecchie portano a spasso turisti su risciò scassati, bambini che giocano con copertoni e bastoni, collane di fiori confezionate ogni mattina, persone che defecano dietro lamiere arrugginite ai bordi delle strade. Vecchie case in mattoni consumati dal tempo ospitano sotto le tettoie nodi gordiani di cavi elettrici. Vedo fuochi, non fornelli. Vedo il passato convivere con il presente. Sembra che qui il tempo qui si sia in qualche modo fermato...........

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